
SAN LORENZO IN PISCIBUS
Nel cuore di Roma, una chiesa per i giovani del mondo!
San Lorenzo in Piscibus: Otto secoli di storia al servizio della fede...



La chiesa di San Lorenzo in Piscibus è una delle più antiche di Roma. Compare per la prima volta nei documenti storici nel XII secolo, ma alcuni indizi architettonici suggeriscono che le sue fondamenta potrebbero risalire addirittura all’epoca cristiana primitiva!
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Il suo nome unico, “in Piscibus”, si riferisce al quartiere del mercato del pesce che un tempo esisteva in questa zona vicino al fiume Tevere. All’epoca, questa parte di Roma, a ovest del Tevere, era un passaggio molto frequentato da mercanti e pellegrini diretti alla Basilica di San Pietro. Costruita in tipico stile romanico, la chiesa si distingue per la sua semplicità: muri in mattoni, absidi sobrie e colonne massicce.
È dedicata a San Lorenzo, diacono romano del III secolo, martirizzato per aver distribuito i beni della Chiesa ai poveri. Nel corso dei secoli, San Lorenzo in Piscibus ha attraversato varie fasi. È stata più volte modificata, soprattutto nel XVII secolo, quando ha adottato alcuni elementi barocchi, come era comune nelle chiese romane. Successivamente divenne una parrocchia locale per gli abitanti del quartiere.
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Nel XIX secolo, la chiesa visse periodi incerti. Fu sconsacrata per un certo tempo e utilizzata come deposito militare durante l’unità d’Italia. Questo segnò un declino nella sua attività religiosa, anche se rimase in piedi, risparmiata da distruzioni importanti.
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Fu nel XX secolo, prima degli anni ’80, che si rinnovò l’interesse per il suo valore storico e architettonico. Lo Stato italiano, seguito dal Vaticano, iniziò lavori di restauro volti a riportare l’aspetto originario romanico, rimuovendo gli elementi barocchi.
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Alla vigilia degli anni ’80, San Lorenzo in Piscibus era un luogo antico e tranquillo, ricco di storia — in attesa di una nuova missione... che sarebbe arrivata poco dopo con l’apertura del Centro San Lorenzo e l’arrivo della Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù.
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La chiesa di San Lorenzo in Piscibus non è mai stata una basilica maggiore né un luogo abituale di pellegrinaggio papale come San Pietro, Santa Maria Maggiore o San Giovanni in Laterano. È sempre stata una piccola chiesa parrocchiale, a volte marginale nella storia, specialmente durante i grandi sviluppi urbani di Roma nel XIX e XX secolo. Tuttavia, vista la sua prossimità immediata al Vaticano, è molto probabile che diversi papi ne fossero almeno a conoscenza per nome o vista — in particolare quelli residenti nel Palazzo Apostolico. Non esistono però prove formali che confermino che un papa abbia mai celebrato Messa o fatto una visita ufficiale lì prima di Giovanni Paolo II...

Conoscere San Lorenzo
San Lorenzo fu un diacono della Chiesa di Roma nel III secolo, durante il pontificato di Papa Sisto II. Conosciuto per la sua fede coraggiosa e il suo profondo amore per i poveri, era responsabile della gestione dei beni della Chiesa e della distribuzione delle elemosine.
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Durante la persecuzione dell’imperatore Valeriano nel 258 d.C., Papa Sisto II fu arrestato ed eseguito. Pochi giorni dopo, anche Lorenzo venne catturato. Quando i funzionari romani gli chiesero di consegnare i tesori della Chiesa, egli presentò i poveri e disse: «Questi sono i veri tesori della Chiesa».
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Fu condannato a morte e martirizzato venendo bruciato vivo su una graticola. Secondo la tradizione, mantenne persino il senso dell’umorismo durante il martirio, dicendo ai suoi carnefici: «Girami, da questo lato sono cotto».
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La sua testimonianza di fede, carità e coraggio ha lasciato un segno profondo nella storia della Chiesa. San Lorenzo è oggi uno dei martiri più venerati di Roma, e numerose chiese gli sono dedicate — tra cui San Lorenzo in Piscibus.
conoscere "L'icona della Gmg"
Alla GMG del 2000 a Roma, papa san Giovanni Paolo II ha affidato l'icona della Salus Populi Romani ai giovani di tutto il mondo.
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Da quel momento in poi, insieme alla croce, accompagnerà le Giornate Mondiali della Gioventù: sarà un segno della “presenza materna di Maria” accanto ai giovani, chiamati, come l’apostolo Giovanni, ad accoglierla nella propria vita.
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Molto più che un’immagine, un’icona è sempre una finestra. Ci conduce a ciò che vi è rappresentato. Un’icona è quindi una presenza. È una Madonna Odigitria, cioè colei che indica la via, che è il Figlio. I volti sono affascinanti e bellissimi: i loro occhi ci fissano in modo amorevole e penetrante.
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Nella mano sinistra Maria tiene un fazzoletto, pronta ad asciugare le lacrime di chi, piangendo, si rivolge a lei in cerca di aiuto. Le lettere greche sullo sfondo sono abbreviazioni di Mèter Theou, “Madre di Dio”...
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Visibile sul lato sinistro della nostra chiesa, questa icona ci ricorda che la Madre di Dio è anche nostra madre. Possiamo contare su di lei per asciugare le nostre lacrime e per insegnarci la via verso il Signore.


Conoscere La Croce di san damiano
La Croce di San Damiano è un’icona del XII secolo in stile bizantino, conosciuta in tutto il mondo per il ruolo che ha avuto nella vita di san Francesco d’Assisi. Occupa un posto centrale nella storia francescana e nella spiritualità cristiana contemporanea.
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Originariamente, questa icona era appesa nella piccola cappella diroccata di San Damiano, vicino ad Assisi, in Italia. Un giorno, mentre Francesco pregava davanti ad essa, udì la voce di Cristo che gli parlava direttamente:
«Francesco, va’ e ripara la mia casa, che, come vedi, è tutta in rovina».
In un primo momento, Francesco prese questo invito alla lettera e cominciò a restaurare la cappella. Ma presto comprese che Dio lo chiamava a qualcosa di molto più profondo: contribuire al rinnovamento della Chiesa intera attraverso una vita di povertà, fraternità e Vangelo vissuto.
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La Croce di San Damiano è un’icona – non semplicemente un crocifisso, ma un’immagine teologica. Cristo vi è rappresentato non nel dolore, ma glorificato e risorto, con gli occhi aperti, in piedi sulla croce in atteggiamento vittorioso. Attorno a Lui si trovano figure bibliche fondamentali: Maria, Giovanni, Maria Maddalena, il centurione e altri ancora. Ogni dettaglio invita alla contemplazione del Mistero Pasquale.
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Questa croce rimane un segno di chiamata – un richiamo al fatto che Dio continua a parlare ai cuori che sanno ascoltare nel silenzio. È anche un segno di speranza, che mostra come la sofferenza, unita a Cristo, possa trasformarsi in vita nuova. Nella tradizione francescana, è un simbolo di missione: andare nel mondo, come Francesco, per ricostruire la Chiesa con una vita di santità, amore per i poveri e pace.
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Siamo benedetti di avere una copia della Croce di San Damiano nel nostro centro. Questa copia in particolare ha un significato speciale, poiché è stata benedetta da san Giovanni Paolo II – un potente richiamo alla comunione dei santi e alla missione che continuiamo a vivere oggi